martedì 29 gennaio 2013

BOTTONI, BOTTONI E... BOTTONI

In questo post inserisco alcuni bottoni senza un nesso logico di classificazione per dimostrare che il bottone è una memoria universale degli avvenimenti, di qualunque tipo e di qualunque genere, anche psicologico, avvenuto nella società.

Iniziamo da un bottone di produzione 2012 in madreperla. Dono al Museo della ditta LAB di Piacenza.
La simbologia di questo bottone è all’ultima moda il teschio. Più moderno di così non poteva essere.
Lo sapevate che  Enrico III di Valois (Fontainebleau, 19 settembre 1551 – Saint-Cloud, 2 agosto 1589) Re di Francia dal 1574 al 1589 col nome di Enrico III di Francia, alla morte o della moglie o della amante, ha disegnato un bottone a forma di teschio? Ne ha fatto fare 18 dozzine (216 bottoni) in argento dal suo orefice. Li ha sfoggiati alla cerimonia funebre, dando inizio ad una lugubre moda.
Bottone in lega metallica del 1700 francese. E’ contornato da una seria di chiodi in acciaio e carbonio. La testa di quei chiodi è stata martellata a mano, uno ad uno, fino a quando hanno preso la forma del diamante. Lucidati innumerevoli volte, ed inseriti ognuno nel suo forellino. Si nota molto bene che un foro è privo del chiodo, così si vede anche la tecnica di come venivano realizzati questi tipi di bottoni. Notare la lucentezza dei chiodi, dopo 250 anni, che al passaggio di una luce brillano come diamanti.  Questa lavorazione si chiama “cut-steel“ acciaio martellato o tagliato, era la lavorazione tipica del 1700, l’epoca in cui tutto doveva brillare non solo la mente, ma anche le cose materiali. Quel bellissimo bottone di metallo poteva avere dei diamanti come guarnizione.
Questo bottone ha anche un’altra caratteristica “la simbologia“. Dai collezionisti viene chiamato “ incredibile e meraviglioso“. I due personaggi sono vestiti nettamente in contrasto con gli abiti dell’epoca ed il loro atteggiamento fa pensare al corteggiamento, su un sfondo di un paesaggio romantico.
Altro meraviglioso bottone del 1700 di varie leghe metallica, realizzato  con la tecnica del chiodo martellato di cui sopra. Il bottone con un ricercato design è semplicemente decorativo.
Altro bottone di varie leghe metalliche, della seconda parte del 1800  con bellissima ed importante cornice a più giri di lavorazione. All’interno del bottone  due dame, con abiti succinti, non in linea  con il vestire dell’epoca, sotto l’ala dell’airone. Questa scena può raffigurare un amore saffico.  E’ un bottone controcorrente e di contrapposizione alla morale dell’epoca?
Anche questo bottone è di varie leghe metalliche della seconda parte del 1800.
Uno scultore sta lavorando ad un busto che non si capisce bene se lavora per rappresentare una donna od un uomo. La cornice del bottone è rappresentata da conchiglie capesante. La simbologia ci fa pensare alla Venere di Botticelli, che nasce dalla conchiglia capasanta, nel famoso quadro della “Primavera della vita“. Si presume che stia scolpendo il busto della Venere.
Bottone in piombo fine anni 1970, primi anni 1980. Gli anni 1970 sono passati alla storia come gli anni di piombo. Con le “ brigate rosse “ abbiamo avuto 3.000 gambizzate e 150 morti fra cui il presidente della DC Aldo Moro, (1916-1978) e la sua scorta. In quel periodo il 90% della gente indossava gli abiti con il tessuto del jeans. Lo portava Agnelli come lo portava il suo operaio. La donna andava vestita alla moda. Aveva quel bottone  slacciato al punto giusto che poteva mettere in difficoltà chi era di fronte se osare o non osare. Portava  la mini gonna. Era molto generosa con il suo corpo agli occhi degli uomini, che non erano preparati a quelle belle viste. Venivano dagli anni 1960 dove le donne erano coperte dalla testa ai piedi. Potevano interpretare male il desiderio di quelle donne che vestivano alla moda. Un stilista ha creato le camicette da donna in jeans, il tessuto dei tempi, con i bottoni di piombo, lo specchio dei tempi, con la scritta “attenzione vietato l’accesso alle persone non autorizzate“. Lo stilista era un grande psicologo. 
Questo meraviglioso bottone in ottone del 1800, rappresenta il leggendario Re Artù con la  sua  armatura. Artù, Re dei Bretoni. Leggendario  sovrano   (sec. V-VI)    della Britannia meridionale.
Secondo l’Historia Brittonum  di Nennio  (VIII sec.) avrebbe resistito con i suoi sudditi, di civiltà romana,  agli invasori  sassoni.
Intorno alla figura di Artù si impernia il ciclo di leggende e tradizioni della “Tavola Rotonda“
La storicità di Re Artù è stata a lungo dibattuta dagli studiosi, ma negli anni si è raggiunto un consenso nel ritenere sostanzialmente leggendaria la figura del sovrano. Una scuola di pensiero avanzerebbe l’ipotesi che fosse vissuto nel tardo V secolo o agli inizi del VI secolo, che fosse stato un romano-britannico e che avesse combattuto il paganesimo sassone. I suoi ipotetici quartieri generali si sarebbero trovati in Galles, Cornovaglia, o ad ovest di ciò che sarebbe diventata l’Inghilterra. Ad ogni modo, le controversie sul centro del suo potere e sul tipo stesso di potere che esercitava, continuano oggi.
Una statua di Artù, in bronzo con visiera alzata e scudo, è tra i cavalieri in lutto alla tomba dell'imperatore Massimiliano I (morto nel 1519), a Innsbruck
Bottone in metallo di due leghe del 1800 Francia.
In evidenza: la  “S” a sinistra in alto  -  la  “C” a destra in alto  -  il  “DE” su uno scudo al centro  -  il  “cuore” con due gocce di sangue, sormontato da una “corona” in alto  -  infine una grande “M” stilizzata per tutto il bottone.
Lo stemma potrebbe essere rappresentativo della Basilica del Sacro Cuore di Montmartre di Parigi.
La costruzione della Basilica, iniziata nel 1875, prevedeva uno stile romanico-bizantino ma vide diversi cambiamenti nel progetto. Quando finirono i lavori si ottenne una struttura senza una caratteristica predominante, ma non per questo meno affascinante.
La prima pietra fu posata il 16 giugno 1875, ma la chiesa fu conclusa solo nel 1914 e consacrata nel 1919, dopo la fine della Prima guerra mondiale.
Caratteristica  la struttura del materiale esterno, ovvero la pietra di Château-Landon (Seine-et-Marne), un travertino resistente al gelo e capace di divenire ancora più bianco e lucido con l'età e al contatto della pioggia.
Con questo post riprendiamo la descrizione di alcuni bottoni del Museo del Bottone di Santarcangelo via della Costa 11 aperto dal martedì alla domenica dalle 10-12 e 15-18 orario invernale e dalle 10-12 / 16-18,30  e  21-23,30 l’estate. Ingresso e guida gratuiti.
Santarcangelo, il cuore della Romagna, dove è nato il Sangiovese, è un bellissimo borgo medioevale con tante attrattive storiche fra cui le famose grotte del 300 a.c., con ottimi ristoranti. Un fine settimana a Santarcangelo non si dimentica mai. L’accoglienza e la cordialità romagnola vi aspettano.

8 commenti:

  1. Molto interessante questo post!
    Spero di poter venire un giorno a visitare il Museo e poter ammirare di persona questi piccoli e nello stesso tempo grandi capolavori!
    Carmen

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  2. Ciao Bilibina grazie per il complimento.
    Un fine settimana a Sanracangelo vale veramente la pena.
    Il mio cell. 339 34 83 150 se arrivi avvisa e poi fatti riconoscere così posso guidarti io nella visita.

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  3. Rivedo con piacere i tuoi bottoni, immagini che comunque non avevo dimenticato,tra tutti ricordo in particolare il tuo bottone preferito quello in cui l'oriente e l'occidente sembrano fondersi,stupendo e carico di significato.
    Loris Dall'Acqua

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  4. Purtroppo il dio denaro, anche con l' aiuto delle religioni, sta distruggendo questo mondo dove in un prossimo fututo vi saranno di nuovo gli shiavi. Io di solito non sono pessimista. Il mio bicchiere è sempre mezzo pieno, ma visto chi ci comanda le oscure nubi avanzano.

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  5. Poi vedrai quando arrivi al Museo. Ciao.

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  6. Gentile Giorgio, salve ,
    mi chiamo Simona e ho notato che sta seguendo il mio blog IncantaMenti .
    La rete è vasta e piena di cose belle ed io la ringrazio per avermi fatto conoscere questi preziosi bottoni :)
    Potrebbe dirmi, per curiosità, come ha trovato il mio blog ?
    Grazie, buona domenica.

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  7. < Mamma Claudia e le avventure del Topastro >
    Ciao Simona quei preziosi bottoni, ma non sono i più preziosi, fanno parte del primo e unico Museo del Bottone in Italia. Si trova a Santarcangelo di Romagna RN
    Il prossimo 10-05 sono cinque anni di attività fissa ed è già stato visto da 180.000 visitatori da tutti i 5 continenti del mondo 117 le nazioni sul libro delle firme( gli USA sono stati contati per una nazione ) Articoli sui giornali e riprtese televisiva da varie parte del mondo dal Quebec in Canada a Pechino.
    Questo in sintesi è il Museo. Sul Blog dovresti leggere < l' intervista > e troverai il perchè dei successi.
    All' inizio ti ho messo il link di un blog. E' mamma Claudia che lo ha creato e i link li ha inseriti lei. E' una signora amante dei lavoretti fatti in casa con tante iniziative e idee originali.E' impegnata con i diversamente abili. Penso che siate in sintonia con il lavoro ecco perchè lo trovi sul mio blog. Quando faccio un post nuovo lo mando a lei, che lo imposta. Il resto lo gestico io unitamente a facebook e internt.
    Santarcangelo è un bellissimo borgo mediovale lasciato praticamente intatto è molto gettonato dal turismo. Se capiti da questi parti non ti pentirai di aver fatto un salto nel cuore della Romagna. Con cordialità e simpatia Giorgio
    Il tuo blog è molto interessante, complimenti.

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