martedì 3 aprile 2012

Cosa può mai dire un bottone? Parte 1

A Santarcangelo di Romagna dal maggio 2008 è visitabile il primo e l’ unico Museo del Bottone in Italia.
Molte persone  mi chiedono  perché il Museo ha un grande successo attirando tanti visitatori e che cosa trovano in un bottone, oltre alla curiosità della moda e della trasformazione dei modelli e dei materiali.
La domanda più frequente è: cosa può mai dire un bottone ?
La maggioranza della gente pensa che il Bottone serva solo per unire due pezzi di stoffa, bottoni utilitari,
o al più per mostrare  il proprio amore per la moda, quindi bottoni di ostentazione.
Erano bottoni utilitari, anche quelli ordinati dalla Regina d’Inghilterra Elisabetta 1°,  nella seconda parte del 1500,  per  i soldati, da cucire su tutto il paramano delle maniche per evitare che  si pulissero il naso con la manica. Come erano utilitari quelli cuciti sulla schiena dei soldati dei rispettivi eserciti, nella guerra di Seccessione Americana 1861-1865, affinché  di notte quando dormivano, si combatteva solo di giorno, non avevano la possibilità di dormire a lungo, russando potevano rilevare la posizione al nemico,  perché  nel girarsi i bottoni erano fastidiosi … svegliandosi.  Come erano utilitari i famosi bottoni del contrabbandiere: perfette scatoline per attraversare le frontiere con merce proibita.
I bottoni, oltre alla ostentazione,  possono essere anche di comunicazione, di seduzione, di gossip o di superstizione. Possono essere anche delle pietre miliari della nostra storia che con la loro simbologia ricordano avvenimenti politici,  economici,  sociali e di costume.
L’ostentazione:  i nobili dal 1300 al tardo 1800 adoperavano 50-100-150 bottoni, solo 3 o 4 erano perabbottonare la veste, gli altri erano solo per ostentare ed erano sistemati in lunghe file fermati dietro con un filo di ferro, in modo che se occorreva cambiare vestito, visto la preziosità dei manufatti, si sfilavano e poi si mettevano su un  altro abito.
ostentazione - maiolica smaltati con pittura a mano e 32 zirconi fine 1800

La preziosità derivava dai materiali nobili come oro, argento, pietre dure,  ma anche in vetro, in smalto, avorio e metallo riccamente lavorati  dagli artigiani più famosi dell’ epoca. In quel periodo  i bottoni erano esclusivamente per gli uomini: erano i loro gioielli. Le sig.re Dame portavano i veri gioielli e per allacciare le vesti avevano i lacci e si facevano cucire le maniche aderentissime,  direttamente dalla sarta,  prima  di entrare nella sala dove erano state invitate. Ecco due esempi di ostentazione:
1° Francesco 1° Re di Francia nel 1500 si è fatto fare una veste di velluto nero con 13.600 bottoni d’oro, fatti da Jack  Polin, l’orafo di corte, ma anche il più famoso di Parigi, perché doveva ricevere un Sultano e doveva far vedere che fra i due il più ricco era Lui.
2° Luigi XIV il famoso Re Sole, quando faceva le riunioni di governo a Versailles, siamo alla fine del 1600 primi 1700, indossava una veste con 816 bottoni in pietre dure, ma anche 1826 bottoni con diamanti, al plurale su ogni bottone, era la sua pietra preferita, ed aveva speso la modica cifra di 14 milioni di franchi
d’oro di allora.
La comunicazione si presenta in vari aspetti: può essere quella di appartenenza a una famiglia, a un corpo militare, a un club…. ma anche quella di comunicare una cosa personale o un lutto particolare, o di rappresentare  favole, tragedie, paesaggi famosi, personaggi  famosi  ……
La comunicazione, attraverso il bottone, era presente nei salotti bene del 1700 – 1800. 
1° in argento araldicofine 1800 del casato Montini che ci ha dato il papa Paolo VI
2° Lo scultore sta scolpendo una statua e dalle conchiglie raffiguranti la capasanta
ci comunica che sta realizzando il busto della Venere

La servitù dei nobili aveva la livrea con i bottoni con lo stemma del casato a cui appartenevano e più era ricco il casato più nobile era il materiale con cui erano fatti i bottoni,  in lega metalliche ma anche in oro e argento. Quando una persona arrivava a palazzo e il servo, più bottoni aveva e più alto era il grado di servitù, apriva la porta, chi entrava capiva subito dallo stemma araldico dei bottoni,  bene in vista, con chi aveva a che fare. Il bottone con il simbolo della  corona con sotto le iniziali della famiglia è da Famiglia Reale; lo stemma con corona a 5 punte è da Duca; con 7 da Barone; con 9 tutte uguali è da Conte; con 9 la prima, la centrale e l’ultima più alte è da Marchese.  Meno punte più alto è il casato,  perché la punta alla estremità, si  aprivano a foglia ed era possibile arrichirla con diamanti, zaffiri, pietre dure ecc..

Bottone in madreperla inciso 1700 a rebus “ ELLA A CEDE’
Fanno parte della comunicazione anche i bottoni “rebus”, famosi proprio in quanto stimolavano le discussioni e la curiosità dei conviviali, l’attuale gossip.  Pensate le chiacchiere e le supposizioni in un salotto di qualche nobile ove un personaggio si presenta con la marsina piena di quei bottoni rebus  ove si  può decifrare che  “ ella a cedè “. Con chi? Come? Quando? Dove? E tanti altri punti interrogativi che alimentano sempre più la curiosità delle persone, in quella sala non si parlava d’altro.
Un segreto da tenere nascosto, ma felice di farlo conoscere senza troppo compromettersi.
Invece Enrico III Re di Francia ( 1551-1589) disegna e fa coniare, in seguito alla morte dell’ amante 18 dozzine di appariscenti bottoni d’argento a forma di teschio, dando così inizio ad una lugubre moda.
Di esempi se ne possono fare tantissimi, ma credo che quelli descritti siano sufficienti per capire l’uso del bottone come oggetto di comunicazione.       
Cosa può mai dire un bottone? Parte 2                                                                           

2 commenti:

  1. Davvero incredibile...un oggettino così...
    La storia attraverso un "piccolo" grande oggetto d'uso quotidiano!!!
    Condivido.

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    1. Ciao Sandra e non è tutto qui. Il successo del Museo sta proprio nelle innumerevoli facce di lettura del bottone e nelle infinite storie a cui è legato. La gente ama le storie ed i racconti. La cosa fantastica è che sono apprezzate da 8-10 anni a 95 anni, nessuno escluso.
      Ciao a ... presto

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